L'incantatore di folle — Luigi Arpaia — Immagine del giorno by Maria Marchese


Per l'immagine del giorno di oggi, ho scelto di parlare de “L'incantatore di folle” dell’artista pugliese — lucano qualcuno specifica, ma non si tratta dell’amaro ahahah — Luigi Arpaia. È un'arte, la sua, profumata di una tradizione antica, ma anche della fatica e di una parte divina, se pensiamo ad Efesto , dio della forza ancestrale del fuoco e dei vulcani, no444nché protettore della lavorazione dei metalli.


In alto "L'incantatore di folle" ;sotto a dx l'artista lucano Luigi Arpaia
In alto "L'incantatore di folle" ;sotto a dx l'artista lucano Luigi Arpaia 

a cura di Maria Marchese

La magia è un ponte che ti permette di passare dal mondo visibile in quello invisibile. E imparare le lezioni di entrambi i mondi. —  Paulo Coelho


Luigi Arpaia intreccia il ferro — lo corteggia, ama e odia, lo sfida, poi, ci si allea, lo seduce e Lui /Lei — la materia ferrosa (lo declino al femminile) che ha determinato un’era addirittura— si arrende e cede felina… That’s ammoreee! Ahahah —, con la propria abilità,  riuscendo a conferire ad una composizione d’arte la complessità del ricordo: in esso, infatti, si intersecano molteplici piani dell’esperienza umana, con le loro sfumature.
Arpaia cosa fa, oggi?
Rimaglia — come una moderna Nut (Dea della tessitura) —, con il filo della memoria, la trama che lega il presente al passato, creando una laiason — e ammaglia quei piani.
Il contrabbassista, il contrabbasso, la gente, la strada, Arpaia, il momento, le note, la fascinazione… : questi sono gli elementi che troviamo ne “ L’incantatore di folle”.
Arpaia ci racconta l’ubriacatura — ebbritudine mi piace coniare, oppure ebbrità, che suonano come beatitudine ed azzurrità (senza quindi una parte pragmatica aspra) —, sua e della polis, quando il musicista ed il suo strumento sono all’opera.
Arpaia reclama quel ricordo come importante: quindi, scalda il ferro, lo martella, piega e annoda, lo salda, e  lo sposa ad un supporto di legno bianco, come se stesse scrivendo la pagina di un libro; in questo modo, nella sua sintesi estetica i protagonisti sono chiari allo sguardo dell’osservatore. La arricchisce con dei particolari in vetro colorato, edulcorando la severità minimale del ferro.
Non solo: vi infonde la forza del movimento — che è sintesi di vita quotidiana —, ma sono dinamismi così morbidi da lasciar presagire quell’ebbritudine, di cui prima parlavo, tipica della favola, del sogno e dell’assurdo.
Ne L’incantatore di folle, Arpaia costruisce l’architettura onirica di un sortilegio.
La sua è arte della e per la polis, dalle radici antiche e popolari, quanto quella sua personalità così squisita.

 




Commenti