Leschiccherie — tutto attaccato è un assoluto — by Cormaf di Riccardo Chiaveri: un lusso profumato Venezia, anni 20/30, tutto pink & green… garantiscono Coco e la Cunard ma anche La Marchese! By Maria Marchese
Oggi vi porto con me alla Cormaf di Riccardo Chiaveri, un’azienda del milanese che ha natali familiari e storici; Chiaveri dimostra quotidianamente l'amore per la propria azienda, per il proprio lavoro e per la materia che tratta, da anni, con competenza e professionalità. Qualche tempo fa è nato il progetto “Un gioiello per il Giardino di Palazzo Grimani ai Servi”, in collaborazione con l’Accademia delle Belle di Venezia, che Cormaf ha deciso di sostenere, sin da subito, per poi estenderlo, producendo una serie di anelli, rivisitazione chic pop daily rispetto al vintage.
Io, intanto, li ascolto tinnire — ooh che grigia la Marchese — direte — ; — so perfettamente che non è cristallo, uso la parola per enfatizzare un rumore inusuale — rispondo io —, e penso — Li voglio! —.
Qui ho capito tutto.
— Tu
la ami? La bachelite, intendo, e questi anelli, perché? — chiedo a Riccardo
Chiaveri.
Breve digressione su “Ho capito tutto”.
Il lusso inizia quando la necessità finisce, sosteneva donna/madonna
Chanel : fu la prima
infatti ad interessarsi di questo materiale rivoluzionario per farne della
bigiotteria e creare le famose manichette — tra fili di perle di pasta colorata
che adorano colli e lobi, i polsi sono impreziositi da fila di bracciali dalle
dimensioni importanti, che ricordano le manette —, mentre madonna Cunard (la “Gioconda degli anni Venti” come la definì
Harold Acton), natali inglesi e parigina di adozione, ereditiera, musa,
poetessa, militante, giornalista, tipografa, editrice e, ancora, figura
eccentrica, poliedrica, incendiaria, bellissima, per giunta: alta, esile,
magnetica, i capelli biondo cenere tagliati alla garçonne e gli occhi bordati
di kajal ora celesti ora turchesi — ebbeata lei ce lo metto io —, sfila in
giacca di pelle skinny — sì, sì, proprio in quegli anni! —, con bracciali in
bachelite, specialmente, che indossava fino al gomito, e con cui Man Ray la immortalò in una serie di ritratti.
Qui si entra nell’area musa, laddove la leggenda la fa da
padrona — ed è goal sicuro —.
Torniamo ora Cormaf, a Riccardo Chiaveri, alla bachelite,
al progetto “Un gioiello per Il Giardino di Palazzo Grimani ai Servi, in
collaborazione con l’accademia delle Belle Arti di Venezia.
Se cerco il termine “bachelite”, prof Wikipedia mi dà: denominazione
commerciale data alle prime resine di condensazione dei fenoli con formaldeide
(per le quali oggi si preferisce il nome di fenoplasti), molto usate per la
fabbricazione di oggetti stampati, e dobbiamo ringraziare il chimico belga L.
H. Baekeland (1863 – 1964) — Merci! Bedankt! (grazie in francese ed olandese,
le lingue ufficiali del Belgio)… Marchese internazionale ahahah! — se esiste. Detto
ciò — zero poesia, zero attrattiva, molta pratica…— penso.
Repeat
— Tu
la ami? La bachelite, intendo, e questi anelli, perché? — chiedo a Riccardo
Chiaveri
— Maria
la lucentezza della bachelite rimane tale nel tempo — mi dice Chiaveri, e
rivedo il lampo insolito degli anelli mentre scivolavano sul tavolo, il lampo
amoroso nei suoi occhi, ma anche nei miei — li amo! (lui), li voglio! (io) —
poesia, voluttà… —.
— La
bachelite non sbiadisce e non si scheggia, può essere tagliata, filettata,
molata e persino lucidata raggiungendo la stessa levigatezza del vetro — continua l’ingegnere — poesia e pratica — penso.
È non è finita qui.
— È
un materiale bio (è l'unico materiale di questo genere che, una volta sbriciolato, si trasforma in un concime totalmente naturale) e dimezza i costi di produzione soddisfacendo un ampio
pubblico — continua lui.
— Quindi,
se dovessi perdere un anello piangerei con un occhio solo perché non inquino e
per non aver speso uno stipendio intero — concludo io, pratica e green.
È la prima plastica termoindurente, cioè che non può essere riammorbidita
a caldo —tenace: non conosce mezze misure come la Cunard… ahahah! —
Quando parliamo della Cormaf di Riccardo Chiaveri, studi
ingegneristici all’arco e grandi capacità imprenditoriali nei geni — è inevitabile,
qui, non menzionare nonno Bruno Riva e papà Corrado Chiaveri — possiamo avere
la certezza di affidarci ad un’azienda solida, che nasce nel 1980, al cui
interno si trova il nucleo produttivo ABA (Azienda Bachelite e Affini), che esiste dal
1948.
Riccardo Chiaveri, poi, ha saputo garantire, negli anni,
format produttivi dal design elegante e moderno, sempre al passo coi tempi.
Peraltro, l'azienda può vantarsi di essere l’unica azienda
nello stampaggio ad avere un team esclusivamente rosa (only women!), e di
essere completamente green poiché utilizza fonti rinnovabili.
Torniamo alla poesia… alle schiccherie!
Un gioiello per il Giardino di Palazzo Grimani ai Servi e
gli anelli daily chic
— C’est
un faux— dichiarò madame Chanel, sdoganando così definitivamente l’immagine che
un gioiello debba essere vero per essere considerato come tale.
Gli allievi dell’Accademia delle Belle Arti di Venezia inaugurano,
proprio giovedì 20 Giugno 2024, presso Palazzo Grimani ai Servi a Venezia,
questa neonata serie composta da un quadrivio di anelli, creati sviluppando la
tematica del giardino segreto — e Villa Grimani ai Servi è l’unica a Venezia ad
averne uno ullallala! —.
Questo progetto, sostenuto da Cormaf nella realizzazione del
prodotto, vuole questi anelli importanti in presenza, raffinati seppure
essenziali per quanto riguarda la stilizzazione della tematica, riconoscibili e
quindi unici. L’accademia sceglie anche di presentare, quella sera, anche la “trottola
divinatoria”, nata dall’ingegno nostalgico dell’ingegnere: Chiaveri ripropone quel
nostro gioco, così amato, in chiave intrigante e blach & white… la
divinazione? A chi se la accaparra la futura sentenza ahahah!
In alto, alcuni anelli realizzati dagli allievi dell'Accademia delle Belle Arti di Venezia, in basso alcuni modelli realizzati dalla Cormaf di Riccardo Chiaveri |
Cormaf si spinge però oltre, realizzando un’ ulteriore serie
molto chic —rifiniti a mano con una microclima, uno per uno — e altrettanto pop
per via dei patterns attuali ed evergreen, quindi daily — lo metto al party di
questa sera ahahah! —: una sciccheria!
E se il rischio concretissimo dello chic è una tremenda serietà,
la sciccheria è senza ombra di dubbio una qualità di eleganza, quella medesima
qualità di eleganza, però vista
attraverso occhiali di popolo, la sciccheria fa un po’ l’effetto di una
sciccaggine. Poi, il tedesco “schick” significa “abilità, talento”: era chic
chi o ciò che ce l’aveva, che aveva quella scintilla in più, che con la
leggerezza della sprezzatura riusciva a cavalcare l’onda dell’uso nell’arte e
nel vivere, l’onda di ciò che andava, in una finezza elegante sì, ma anche e
soprattutto mondana, modaiola.
Io direi che ci siamo, no? In più anche questa penna
birichina e un po’ pungente della Marchese aiuta non poco — e qui strizzo
l’occhio —.
Non dimentichiamo però le proposte accessori di Bottega
Veneta e Ferragamo dell’inverno 2022 /2023!
Alla prossima by Maria Marchese!
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