Noblige Oblesse: quando la nobiltà è clochard. Antonio Morozzi pitta l’amore per la sua Livorno e per i livornesi… that’s amoooreee. By Maria Marchese
L’universo di Antonio Morozzi gravita sul microcosmo livornese, ma ha radici cosmopolite: dagli allestimenti museali al teatro, dall'aiku al vernacolo, fino al Borgo Cappuccini, nella sua amata Livorno, conosciamo meglio questo new dandy nell’animo, che pitta una dichiarazione d’amore alla cultura e alla società.
A sx Antonio Morozzi davanti al piccolo teatro realizzato per Giulio Benuzzi. A dx lo scenografo con il ritratto digitale "La signora della parola", dedicato alla poetessa e curatrice Maria Marchese |
— Ah, menomale! Ci viene i dottori!!!
Antonio
Morozzi sorride, raccontando questo aneddoto “on the road”, e ricordando che il
caro Gino Bramieri passava proprio nella sua Livorno per “far scorta” di
barzellette.
Ci troviamo
lungo le vie di un quartiere popolare come Borgo dei Cappuccini…
Ma non ci
sono sempre queste risate!
Conosco Antonio Morozzi attraverso i social
e, nel giro di poco tempo, lo coinvolgo in un evento socio/artistico, del quale
sono curatrice e nel quale dovrà parlare del suo “tete a tete” con le
saracinesche e con le tetes dei livornesi — ma questo lo raccontiamo poi… —.
Si presenta
alla mia porta col labbro ironico “tos—ano” e “La signora della parola”, un
grande digital ritratto, dove il mio volto è incorniciato da migliaia di M — la
M mi perseguita dalla nascita (nome e cognome), M come magica, magnifica,
molteplice, multitasking, mmmm modesta ahahah! — e apre una valigia carica di
vicende cosmopolite, tra un Dzień dobry e un Bonjour —buongiorno in polacco e
in francese —.
La
professione di scenografo —una luuungaaa esperienza aggiungo — porta Morozzi in
Francia e in Polonia. Una mattina si sveglia con “Badabimbounmbé”(ragazzo non
alzare il gomito in livornese) e tutto cambia: se da una parte quelle voci
natali strappano un sorriso, spesso manifestano circospezione e sarcasmo nei
confronti di una personalità artistica, virtuosa, acculturata, ricercatrice,
estrosa… — indigena a conti fatti, ma aliena, seppur non verde e senza
antennine .
Ma il signor
Morozzi 30% — così Elio Marchegiani, incontrato durante l’allestimento della
sua “Fare per far pensare”, al museo civico Giovanni Fattori, soprannomina lo
scenografo, donandogli una delle sue grammature come contributo per il suo
lavoro e accendendo in quest’ultimo la fiamma per l’arte contemporanea — non si
perde d’animo: inizialmente si chiude in se stesso poi, però, si mette in
discussione — Cosa posso fare io per poter cambiare la situazione? —.
"Le smanie per la villeggiatura", con Romina Power Jr, al Besostri di Mede. Scenografie di Antonio Morozzi |
Premetto che
Antonio Morozzi ha frequentato la facoltà di architettura e ha giocato dapprima
in casa, collaborando con la Galleria degli Uffizi e con la Galleria di Arte
Moderna di Palazzo Pitti, oltre che col Museo Fattori di Livorno, col Nuovo Teatro delle Commedie, col teatro 4 Mori, realizzando le scenografie per Le smanie per la villeggiatura , interpretato da Romina Carrisi Power Jr, e diretto dall'attore e regista Emanuele Barresi.
Premetto
altresì che è stato coccolato da Carmelo Bene, caro amico del nonno, che è un
profondo amatore della cultura levantina
—Wabi-sabi, komorebi, shiganai, akai ito, ikigai, boia de! Che roba sto
Morozzi! —, peraltro autore di aiku, che ha performato nel contesto di un
installazione nel suo Yugen, come è cultore delle musiche classiche e
operistiche diffuse tra il ‘700 e il '900.
Così, un bel
giorno, armato di secchiello e colori — non di paletta ahahah! — esce dai
musei, lascia alle spalle i sipari dei teatri, suoi grandi amori, inforcando le
strade del suo borgo e… apre un sipario a cielo aperto tra vie: dipinge infatti
la prima saracinesca.
Girando per
le strade aveva notato numerose saracinesche chiuse, il cui grigiore
“incupiscente” faceva pan dan con l’alienazione; così decide di pitturarle con
soggetti e aneddoti legati alla città.
Morozzi
incuriosisce: partendo per questa crociata, innesca un effetto domino positivo
in cui raffigurare e condividere i soggetti con e tra la gente ribalta gli
umori.
Se nel
passato gli uscì restavano chiusi, oppure si si schiudevano a malapena, oggi si
aprono con familiarità, affezione, apprezzamento.
Oggi, tra
quelle strade, Morozzi è 100% nella sua amata Livorno.
A sx alcune delle saracinesche realizzate da A. Morozzi. La prima risale al 2018; oggi sono 130. A dx le saracinesche dedicate alle sorelle Bertè: Loredana e Mimì. |
Le serrande
dipinte attualmente sono 130 — premesso che lo scenografo ha accettato
unicamente rimborsi spese, non ha voluto firmare alcun manufatto perché sono di
tutti, ha bussato ad ogni porta chiedendo rispettosamente il permesso, ha
affrontato gelo e canicola… dico: che lavorone e che tenacia! — e la
collocazione sui percorsi urbani le rendono un’opera diffusa.
Ovviamente
anche i media si sono accorti di tutto ciò e hanno realizzato diversi servizi
su questo storyteller clochard (inteso come senza dimora geografica, quindi
apolide, ossia cittadino del mondo) dai modi tanto nobili, ma tanto affabile —
noblige oblesse sorridiamo assieme io e Morozzi —.
È proprio di
questi giorni il ringraziamento pubblico ad Antonio Morozzi, da parte della
nota a amata cantante Loredana Bertè , per l’opera dedicata a lei e a Mimì. Antonio
si distingue anche qui: ha la cura infatti di ritrarre le sorelle mentre si
guardano, seppure le serrande siano distinte.
Il teatro "poket" realizzato da Antonio Morozzi per Giulio Benuzzi - The truffle hunter. |
Suggestivo
anche il piccolo teatro confezionato ad hoc per Giulio Benuzzi — The truffle hunter — inaugurato nel mese di
Ottobre alla presenza di Paul Higgins, lo sceneggiatore di “Million dollar
baby”. Attualmente, è impegnato nell’allestimento delle fondamenta dei Silos Granario , dei quali aveva restaurato già 2
anni fa le parti metalliche: una location antica e prestigiosa, nella quale il
dot. Lorenzo Riposati, nota personalità livornese, crede fermamente — ma di
fermo nulla c’è, al contrario si corre! — in termini storici, artistici e
culturali per valorizzare Livorno.
MmmMarcheseMorozzi:
inevitabile.
Noblige
oblesse è servita.
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