Sigfrido e la foglia di tiglio, Achille e il tallone, l’uovo — o la gallina —: Anna Cristino, la spatola vulnerabile e la sua Maternità.
Continua la saga sulla spatola dell'artista barese: essa è diventata entità mutevole che, di volta in volta, racconta nuove intuizioni artistiche. Quest'oggi è vulnerabile e genera l'opera 'Maternità'.
a cura di Maria Marchese
—— SHIIIINK — esplode la lama.
L’ho definita una spatola resiliente che salta, zampilla, si
contrae e, di colpo, si espande, ma anche vorace poiché ruba il colore acrilico
— lo divora — e lo vomita, immediatamente, sulle tele, con periziosa mano; la
ritengo una spatola multiforme e versatile perché realizza composizioni sempre
diverse preservando una propria cifra esecutoria matura.
Una lama vivace e resultiva ha fenduto il fecondo e teso
ventre che ha partorito l’esagenesi “La rinascita”, mentre la spatola che concepisce
l’opera “Maternità” è vulnerabile.
Anna Cristino è Maternità |
—— SHIIIINK — esplode la lama.
La Cristino vulnera la testa di questa madre con un taglio
netto: la maternità diventa allora come la foglia apostata che si posa sulla
spalla di Sigfrido, la croce che ne decreta la morte, oppure è quell’unica
parte del corpo rimasta mortale — il tallone malandrino che ancora oggi dà
problemi — di Achille.
Ma la vulnerabilità è legata alla sensibilità e ad una certa
qual forma di intelligenza, così AnnaCristino la plasma in un amplesso
ovoidale — marmoreo fuori e carnoso dentro — in cui l’architettura ovale si
ripete — le mammelle, il volto muliebre, la guancia del neonato, le cosce e i
polpacci… — in un intuitivo gioco speculare
che suggella il senso di appartenenza, ma che suggerisce anche il pensiero di
una gestazione neo identitaria.
L’arte per la Cristino è transveberazione, l’arte
della Cristino è transveberazione: come un dardo, la sua spatola lacera, sia le
carni che lo spirito, per togliere l’eccesso e creare, ma il passo prima è quel
dolore, tanto estatico come salvifico e irrinunciabile, quanto l’amore per un
figlio.
Il paradosso per antonomasia su cui anche i filosofi greci
come Aristotele o Plutarco hanno dibattuto — Ma è nato prima l’uovo o la
gallina? — ha come risposta plausibile l’uovo, e così il suo uso iconografico in
tutte le culture — dal Giappone alla Polinesia, dal Perù all’India, dall’Egitto
alla Finlandia, dalla Cina all’Africa — è la rappresentazione del seme
primordiale, da cui tutto ha avuto inizio.
"Pala Montefeltro" - Piero della Francesca "La chiaroveggenza" - R. Magritte "Giardino delle delizie" - J. Bosh |
L’uovo di struzzo che scende dalla volta a forma di
conchiglia e come una perla rimane sospeso al di sopra del viso della Sacra
Maria, nella PalaMontefeltro , del Maestro Aretino Piero dellaFrancesca , significa che la fede è superiore alla ragione —
ratio/irrazionale 1 a 0, come nella maternità di Anna Cristino —.
Quella stessa beatitudine sarà ricercata da alcuni dei
personaggi dipinti da Hieronymus Bosch, nel
trittico “ Giardinodelle delizie “ il guscio delle uova, in questo caso, è rotto — non integro
quindi, come la testa della maternità dell’artista barese — e gli esseri umani
ci si tuffano letteralmente agognando il ritorno ad uno stato di pace.
René Magritte, nell’opera “ Lachiaroveggenza “, tramuta un uovo — il modello — in un uccello con le ali spiegate — il modello sulla tela — frutto di un’evoluzione immaginata e prevista dall’estro dell’artista, facendoci riflettere sul nostro modo di concepire la realtà, spesso troppo ottuso, e su cosa voglia dire osservare con sguardo attento.
"Metamorfosi di Narciso", "L'aurora", "Venus Spatiale" - Salvador Dalì |
Uova sode, sciolte, integre, rotte, incrinate, all’occhio di
bue… , insomma in tutte le salse, compaiono nelle opere di un altro grande
surrealista, SalvadorDalì ; per lui l’uovo assume un’importanza tale da adornarne i tetti del
suo studio a Port Lagat, paesino di pescatori sulla costa brava della Spagna,
qui uova gigantesche si stagliano contro il cielo simili a sentinelle della sua
mente sfrenata. Nella Metamorfosi diNarciso , del 1937, di forma ovale è la testa del mito greco cui si
contrappone la mano che regge un uovo da cui spunta un fiore di narciso. Nel
dipinto del '48 “L’Aurora”, l’uovo è raffigurato con il rosso e vivo
tuorlo, mentre l’albume diviene un fiume solcato in barca dall’essere del
futuro. Nella VenusSpatiale , l’uovo poggia in equilibrio sopra il pube in una
rappresentazione della fecondità senza tempo come allude la presenza di un
orologio che ha perso la sua funzione primaria essendo liquefatto.
Concetto spaziale Natura, Lucio Fontana |
Fertilità è anche il tema della scultura Concetto Spaziale –
Natura, del 1967, di LucioFontana, in ottone lucidato; in quest’opera, il maestro dei tagli si indaga
nelle tre dimensioni: una forma ovale primordiale solcata nella sua perfezione
da due semplici segni esprime una forza inaudita. Il divenire e mutare della
materia e della sua “natura” e di tutte le percezioni fisiche ad essa legate
sono la perfetta rappresentazione del fluire della vita e del pensiero.
Chi, invece, distrugge qualcosa — il guscio — è Piero Manzoni , in
quello che è l’omaggio all’uovo tra i più particolari mai realizzati da
un’artista: il 21 luglio 1960, presso la galleria Azimuth, realizza la sua
performance Consumazione dell’arte dinamica del pubblico invitando i presenti a
mangiare delle uova sode da lui cucinate e innalzate al grado di opera d’arte
riportando sul guscio l’impronta del suo pollice. L’artista consapevolmente
invita alla distruzione della sua creazione, a cibarsene, contribuendo così
alla rigenerazione del corpo. Un’opera sicuramente ironica che però riflette
profondamente sul tema dell’eucaristia e della risurrezione.
Ci si domanda allora se quella parte indoma — tallone,
spalla, uovo o gallina —sia fragilità o, all’opposto, virtù?.
La Maternità di Anna Cristino, come l’uovo, contiene il caos
della vita: non è però liquido ma acrilico, immediato, immanente, concreto,
polveroso, pullulante di umori cromatici e valori emotivi.
Ricordo che al mattino, da piccola, mia nonna preparava un
uovo sbattuto con lo zucchero — è ricostituente diceva —.
La saggezza e la forza, insomma, sono legate a questa
piccola identità, capace forse di guarire e il tallone e la spalla.
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