Percorsi evolutivi: la mostra personale del Maestro Ferrarese Daniele Carletti, tra commozione, ricordi e il racconto di una personalità artistica sempre attuale”.
Il 29 Aprile si è inaugurata la mostra personale commemorativa del Maestro Daniele Carletti: Percorsi evolutivi diventa un momento catartico in cui le sfumature artistiche e personali dell'artista ferrarese riaffiorano prepotenti, tra commozione e ammirazione.
a cura di Maria Marchese
Daniele Carletti, Ph. Stefano Castelli |
Il 29 Aprile
2023, a Ferrara, presso la Galleria del Carbone , Paolo Volta, presidente di
quest’ultima, ha aperto le porte alla mostra personale “Percorsi evolutivi ”,
del Maestro Daniele Carletti , a cura di Maria Marchese.
Alla
presenza di un pubblico intervenuto numeroso, per rendere omaggio all’artista
scomparso poco tempo fa, Riccardo Martinelli accoglie i presenti, introducendo l’artista,
l'amico e un progetto futuro, che riguarda la figura di Carletti. Passa poi la
parola a Marco Nava, artista nonché allievo di Carletti, legato a quest’ultimo
da un rapporto profondo, che andava ben oltre la sfera artistica. Nava spiega
l’opera installativa “Lo sguardo oltre”, realizzata per celebrare il genio
Leonardiano, in concomitanza dei festeggiamenti per il 500enario, tenutisi a
Milano, nel contesto del Festival del Nuovo Rinascimento. La realizzazione di questa composizione ha
visto esperire l’uno come ingegno e l’altro come braccia; Daniele Carletti,
infatti, colpito da disabilità diversi anni fa, a causa di un incidente, aveva
non poche limitazioni funzionali ma, nonostante ciò, aveva continuato ad
insegnare all'Accademia S. Nicolò e a cambiare forme espressive. Nava
accompagna, infine, l’intervento della poetessa, critica d’arte e curatrice
comasca Maria Marchese, che ha seguito assiduamente il percorso del Maestro negli
ultimi anni: questo momento, in particolare modo, è intriso di commozione
poiché questa “triade” ha collaborato strettamente per parecchio tempo.
La critica, quindi, ammanta Carletti delle vesti di moderno Ulisse: l’ulissismo è un innato e incontenibile desìo di viaggiare e la carriera di Carletti dimostra quanto egli sentisse l’esigenza di perlustrare un mare sperimentativo. La Marchese indova nella città di Porotto, che dà i natali a Carletti nel’52, la significanza di Itaca: tra partenza e tornanza, Daniele Carletti esperisce se stesso in molteplici stagioni. La mostra ha accolto uno spicilegio di 26 opere, da alcuni studi che risalgono agli anni ’70, passando per la metafisica, il collage, l’informale materico, astratto e non, culminando con l’installazione e gli acquerelli. Gli studi del Maestro dimostrano appieno quanto il suo temperamento artistico fosse fuori del comune e lungimirante; le composizioni soni sintesi estetica di terre mai nate, ossia suoli immortali poiché attinti da pensieri oltre il sensibile, colti in seno alla curiosità, tipica di una mente atipica. Maria Marchese ricorda, durante il discorso, diversi aneddoti; uno, in particolare, vede l’artista spiegarle di avere sempre amato lavorare su grandi superfici e bistrattare, appunto, la tecnica dell’acquerello. L’autrice sottolinea allora quanto il Maestro fosse poi soddisfatto di questa ultima fase; Carletti aveva attinto dalla necessità facendone una virtù. Il suo fiore all’occhiello era l’utilizzo del colore, laddove quest’ultimo è esperienza apolide e anticonformista. Maria Marchese definisce le nuance, ricercate e concretate dall’artista, con il termine “lunatiche”; spiega quindi la curatrice quanto esse fossero vere e proprie volizioni, ossia atti che esprimevano una propria volontà; Carletti infatti, e per un talento innato e grazie ad una ricerca continua, riusciva ad allignare note tonali scelte e inusuali addentro un’euritmia cromatica contraddistinta da virtuosismi. La Penelope di Carletti è ,invero, l’amore rivolto nei confronti della figura muliebre; eccellente tanghero, Carletti dimostra la propria “devozione” per quest’ultima, donando ai suoi profili il profumo di atmosfere femminili, in cui le forme sono espressioni di piena libertà.
La critica d’arte comasca Maria Marchese con l'opera "Riposo in libertà" di Daniele Carletti - Ph. Sergio Castelli |
Alle pareti della galleria, erano diverse le opere che testimoniavano quest’intensa
fascinazione, tra cui “Riposo in libertà ” e "L'apparenza ”. Presenti anche diverse
tele dell’altro grande amore del Maestro: alcune “architetture metafisiche”
risalenti a diversi anni addietro abbellano le pareti. Sono le uniche opere
rimaste di una carriera brillante, che lo ha visto protagonista in molteplici
sedi prestigiose, dal Pavarotti Internazional & friends, al Jacob Javits
Center di New York, a Nymes, in Francia…
Da sx: Roberto Bosia, Marco Nava, Maurizio Ganzaroli, Maria Marchese, Stefano Polastri, Roberto Venturini |
Al
vernissage hanno presenziato anche alcuni noti artisti: il ferrarese Maurizio
Ganzaroli, Roberto Venturini del parmense, e Stefano Polastri, del modenese.
Il reportage
fotografico è stato realizzato da Sergio Castelli, mentre un prezioso
reportage, sia della mostra che della trasferta e dei dietro le quinte, è stato
realizzato dal giornalista Svizzero Roberto Bosia, editore di ETiCinforma e di #FattoreETC,
il bimestrale cartaceo, la cui parte dedicata a arte e cultura è stata affidata
a Maria Marchese.
Tra i media
partners, inoltre, ricordiamo Ottiche Parallele Magazine , del giornalista
Fabrizio Capra. L’evento è stato patrocinato dal Comune di Ferrara e sostenuto
dall’associazione culturale internazionale Art’s Wings Forum, dell’artista,
autrice, poetessa e critica d’arte marocchina Khira Jalil.
L’esperienza
si è conclusa il 14 Maggio 2023.
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