L'opera installativa "Lo sguardo... verso" : Daniele Carletti e Marco Nava, la mente e le mani
a cura di Maria Marchese
"Lo sguardo verso" Daniele Carletti |
“C'est un spectacle, mais sans la scène; un jeu, mais aussi un enterprise quotidienne; un signifiant, mais aussi un signifié… La scène di carnival, où il n’y a pas de scène, pas de théatre, est a la fois scène et vie, jeu et reve, discours et spectacle”.
“È uno spettacolo ma senza il palcoscenico; un gioco, ma anche un’impresa quotidiana; un significante, ma anche un significato… La scena del carnevale, dove non c’è scena, nessun teatro, è sia scena che vita, gioco e sogno, discorso e spettacolo” .
Con “LO SGUARDO… VERSO” , Daniele Carletti abbandona le espressioni artistiche, che lo hanno contraddistinto, durante la sua lunga carriera: posa il pennello, mette da parte cavalletto e tela, per elevare, in onore di Leonardo da Vinci, un “carnival” artistico (installazione) ove nulla è lasciato al caso.
Rivolge, quindi, al fruitore, questa scena teatrale di vita, sospesa tra sogno, gioco e realtà, fortemente lungimirante e concettuale.
Lo sguardo severo del maestro fiorentino ammicca, discretamente, appena disvelato dal respiro di una tenda discostata…
Una finestra chiusa separa l’attuale dimora dell’individuo dal fecondo bagaglio intellettivo, esperienziale e artistico, raccolto dal Genio: una scelta inconsapevole, questa compiuta dall’uomo, conseguenza di ciò che Carletti traduce, nella parte sinistra della scena teatrale da lui edificata.
Il maestro ferrarese aduna le cause dello stordimento psichico/spirituale dell’essere umano (alcol, denaro, sostanze stupefacenti…) , raccogliendole in una vitreo cassetto esistenziale: esso involve una disamina distaccata del bailamme, che coinvolge l’uomo, oltremodo in grado, però, di provocare un risveglio della coscienza dell’astante.
Uno specchio deformate, che l’artista ferrarese pone al centro della kermesse artistico/esistenziale, diviene effigie di una circostanza nodale, nel contesto teatrale, qui, espresso, e, altres, in quello della quotidiana realtà: esso traduce un’efficace evocazione dell’approccio individuale nei confronti della vita, la cui veridicità rimane insondabile.
Sul drappo esistenziale, scandito dalla tenuità dell’azzurro (indicativo di pacatezza, meditazione e espressività attraverso l’arte), l’intellettuale di Ferrara pone un secondo vitreo cassetto, depositario del nucleo primievo che contraddistingue la presenza dell’artista.
La barchetta di carta, custode della parte soprasensibile e della leggerezza dell’essere, simboleggia quest’ultimo e il suo procedere, addentro lo scorrere mellifluo dell’arco vitale: ammantato dalla fecondità intellettiva, promanata dal giallo, egli avanza foriero di messaggi precipui.
Si muove, così, verso future mete, custodito dall’abbraccio passionale e meditativo del viola e dalla pienezza della perseveranza, portatrice di affermazione personale, promanata dalla tinta fucsia.
" La pittura non deve essere esclusivamente visiva o retinica, deve interessare anche la materia grigia" .
Daniele Carletti realizza, con "LO SGUARDO... VERSO" , un protrettico concettualmente importante e significativo, che diviene un dono di spessore nei confronti della comunità, artistica e non.
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