Pregoni’s eArth: “No race for You Man”

La serie "No race for You Man", di Angelo Orazio Pregoni, identifica l'artista come l'esota: la sua pelle profuma infatti dei concetti di Victor Segalen. Approfondiamo meglio le 4 opere della serie del sintesteta e la sua personalità. 

 


Angelo Orazio Pregoni e l'opera Cada_veri, passerella Biki, Milano



             a cura di Maria Marchese

 

 

“Cominciare con la sensazione d’esotismo. Terreno solido e fuggevole. Evitare ciò che contiene di banale: palma da cocco e cammello. Passare al buon sapore. Non provare a descriverlo, ma indicarlo a quanti siano capaci di degustarlo con ebrezza…”.

 

Queste sono alcune considerazioni di Victor Segalen , intorno al concetto d’esotismo; esse nascono per escludere lo sguardo rancido e la sterile facondia, che, ieri come oggi, hanno provato a definirlo.

In tal senso, l’intellettuale mette da parte le imitazioni di ornamenti orientali, che compaiono nel Medioevo, o i personaggi, ritratti da Giotto, con ricche stoffe d’Oriente, il gusto imitativo per la cultura levantina, alimentata dalla presenza degli eserciti Cristiani, durante le varie Crociate, e dai racconti di viaggio dei mercanti e dei primi esploratori d’Asia, come Marco Polo; accantona, anche, il pensiero di Jean-Jacques Rousseau e il mito del “buon selvaggio”, tanto quanto la visione naturalistica “dei Bonnetain e degli Ajalbert”, oppure l’esperienza narrata da visitatori “mordi e fuggi”…

Per lo scrittore, etnografo, poeta, archeologo, teorico dell’arte e critico letterario francese è necessario, quindi, sarchiare il suolo, attorno a questa “pianta”, perché essa torni a gemmare, libera da oscuri elmetti colonizzatori, da mani prostitute e sfruttatori, da chirurghi studiosi, che vivisezionano l’essere umano, dai politicanti.

Victor Segalen, medico della Marina francese, giunge a Thaiti, nel 1903, dopo aver lasciato una Parigi ombrosa e i suoi trascorsi nel simbolismo francese. Segue le “suole” di Paul Gauguin, senza, in realtà, incontrarlo mai, nutrendo la sua scrittura con il ciglio, parimenti, interprete, del pittore: esso asseconda, traduce, ma non fagocita le diversità, che sta osservando… si lascia, piuttosto, osservare.

Così, l’autore stesso diventa essenza erratica, la cui necessità è di transustanziare quei riferimenti spazio/temporali in sensazione dell’Esotismo, ossia, nella nozione del differente, nella sua percezione, che coinvolge la conoscenza di uno stato esistenziale che non è se stesso. L’esotismo è, quindi, “scrinuim” di un potere, cioè la facoltà di concepire altro. Victor Segalen vuole umilmente arrivare compenetrare “il Mondo dei Mondi”. 

Angelo Orazio Pregoni , probabilmente, l’esota: la reazione viva e curiosa per l”urto” di una forte “presenza individuale”, unita all’onestà intellettuale, sue caratteristiche, con un’oggettività, l’alterità, gli permettono, alfine, di percepire e degustare quella “distanza”.

 

No race for You Man” Angelo Orazio Pregoni: Watery green and hot WG&H,  Dreamy green and Shady DG&S

L’artista genovese confessa un’impenetrabilità, in cui non si illude di assimilare usi, etnie, nazioni; al contrario, egli gioisce di poter permettere al piacere di “sentire” il diverso da sé di perdurare, nel tempo.

 

Quando parliamo di Angelo Orazio Pregoni è possibile pensare all’esotismo parasensoriale, che concepisce e concreta una terra, differente rispetto alla nostra, amalgamando multistrati sensoriali e psico/fisici, che egli sintetizza, grazie ad un consapevole e quanto mai abile uso del pennello, del colore e dei suoi stati umorali.

 

Dopo aver amato la tela con l’imprimitura, ‘sicché essa rispetti la piena forza dei gesti colorati, che, ivi, la sua mano “infliggerà”, come passi di una salvifica “via crucis”, decide di frangere ogni riferimento pregresso, per quanto riguarda il comune e riconosciuto senso della prospettiva. L’”accidente”, tradotto in ciò che normalmente verrebbe considerato come sbagliato, poiché difforme rispetto al comune gusto estetico, invero, altro non è che preservare lo stato naturale delle “atmosfere umane”, che coinvolge: i modelli vengono, infatti, lasciati liberi di esperire se stessi, nella posa, mentre lui li rende protagonisti dell’epidermide artistica, catturandone le fattezze fisiche e suggellandole, sulle tele, in pochi e icastici tratti.

No race for You Man” di Angelo Orazio Pregoni : Rough black and bright - RB&B, Windy blue and cold – WB&C.


Un ascolto attento, fatto di aneddoti personali, gli consente di rimpolparne le carni, con tocchi e affondi, intensi e pausati, in cui i pieni segni ribadiscono, in parte, i tratti somatici, per gran parte, invece, ricostruiscono atteggiamenti, genialità, asprezze, levità… nonché gli “odori” delle loro terre, reali e immaginarie, le ferite infertegli dal tempo, dall’uomo e da se stessi, le aspettative… Pregoni dosa, nel frattempo, pigmenti, olio, forze, che mutano, via via, in singole e peculiari genesi, ognuna con una propria identità; esse appaiono, le une accanto alle altre, permettendo, in ultimo, di realizzare la possanza di una personalità, unica e irripetibile.

 

Se i pittori fiamminghi identificavano i soggetti, attribuendo loro elementi, che raccontavano la professione o lo status sociale, Angelo Orazio celebra, alfine, ciò che questi individui concedono di sé.

 

Dopo aver sgranato i colpi di colore, come perle di un prezioso rosario, in cui la luce è insita nelle stesse, imporpora l’aria restante, invero, poca, con lunghi e sfumati nastri monocromi, frutto di impalpabili e illusorie sinergie di molteplici dettagli, colti durante quella diadica fatica.

Il fruitore trova, di fronte a sé, un sodalizio artistico statuario e altisonante, ove l’artista è stato in grado di elaborare dignità umane, capaci di stabilire, autonomamente, un rapporto diretto con lo spettatore: inevitabile è, infatti, il coinvolgimento diretto con l’opera.

 

4 sono le opere di questa serie, il cui titolo è “No race for You Man”: Rough black and bright - RB&B, Dreamy green and shady - DG&S, Watery green and hot - WG&H, Windy blue and cold – WB&C.

 

Pregoni recide, di netto, legami polverosi e obsoleti, schemi mentali e artistici, addentro una sensatezza, in cui Arte e Artista sono un motore necessario per divellere catene inutili.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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