Spazio SV - Centro Espositivo San Vidal: di Seme in Seme, dalla natura all'arte, entrambe "Magistrae Vitae" - a cura di Maria Marchese
Zoomonart.blogspot.com
Performance d'arte
Spazio SV -
Centro Espositivo San Vidal:
di Seme in Seme,
dalla natura all'arte,
entrambe "Magistrae Vitae"
a cura di Maria Marchese
Il 7 Gennaio 2023, Spazio SV-Centro Espositivo San Vidal apre le proprie porte alla collettiva “Seme” , la cui parte curatoriale è seguita dalla poetessa e curatrice Maria Marchese.
La tradizione delle Corporazioni di Arti e Mestieri, la sacralità di un credo, che alligna le proprie origini alla conoscenza apolide, nonché il profumo della “pelle” di grandi artisti del passato, come Tancredi Parmeggiani, rendono pregne le mura di quello spazio di molteplici “approcci esperienziali” …
Christian Palazzo, poi, aggiunge un ingrediente fondamentale: un approccio professionale attuale, concreto e scelto lo contraddistingue, rendendo la sede un suolo fecondo, e per la personalità dell’artista e delle proprie opere è per il pubblico e per i professionisti del settore .
In tal senso, mai come in questo caso, il seme diventa un involucro, che accoglie e serba policrome significanze.
Si è scelto, congiuntamente, un seme d'acero, poiché, nell’antichità, esso rappresentava, proprio per la sua capacità di espandersi, il Bosco Sacro, ossia quel diastema che collega il cielo alla terra.
Le punte delle foglie, che possono variare, nel numero, da 5 a 3 a 7, sono simbolo di apertura verso l’esterno, inteso come veridicità della realtà umana, ma anche della ricerca, in termini di conoscenza.
Difformi culture “leggono” , tra i suoi “profili” , valori importanti: in Cina simboleggia nobiltà, dignità, autorità riconosciuta, nella cultura celtica è, altresì, indipendenza di pensiero, in Giappone “racconta” l’autunno, lo scorrere del tempo, e, con esso, il cambiamento e il rinnovamento.
Nei giardini Zen, le foglie non vanno mai raccolte, sinché l’ultima non sia caduta, poiché il ciclo della vita e delle stagioni non va interrotto; una leggenda giapponese narra che gli aristocratici nipponici attendessero proprio l’arrivo dell’autunno, per ricongiungersi tra loro e inebriarsi, indi, delle porporine foglie, ispirandosi ad esse, cantando, suonando, recitando… questo rito è rimasto immutato nei secoli, nutrendo, così, la tradizione della cultura contadina.
L’acero è l’archetipo dell’albero, come antenna per gli impulsi provenienti dalle sfere più elevate, costituendo, quindi, un aiuto a vedere chiaro e, allo stesso tempo, armonizzando i nostri pensieri.
L’Acero sembra declamare un messaggio:
“Le nostre foglie sono come palme, che si espandono, tese verso il mondo, pronte a ricevere e a dare, perché collegate con il nostro cuore, con la nostra linfa. Noi siamo gli alberi dello scambio, ma soprattutto della generosità.
I suoi semi sono “nudi” : non sono chiusi, quindi, in un fermo involucro, bensì sono alati, e quando fluttuano nell’aria, girando su se stessi, possono andare in qualsiasi direzione.
È l' unicità ed insieme la irripetibilità del seme di acero, la sua possibilità di essere raccolto da ognuno e da nessuno, diverso e uguale, in ogni sua apparizione, a renderlo l’oggetto simbolo di quella scintilla vitale che va a simbolizzare. La forza del seme dell’acero è quella di un bene a disposizione di ciascuno, democraticamente abbondante, per essere goduto da milioni di persone sul pianeta, raccolto, toccato, osservato, calpestato o ignorato.
La bellezza vera, nell’incontro con quei semi, è la manifestazione del nostro essere connessi in modo filogenetico con ciò che era prima di noi e che sarà dopo di noi, con ciò che non è antropico ed a cui tendiamo, da cui dipendiamo per stare in equilibrio, la sintonia con l’ambiente naturale e l’energia, vitale, appunto, che ne deriva.
Perciò la forma fisica dell’acero rivela un’apertura positiva a imparare e a ricevere, dall’universo, il più vasto sé.
Da sempre, le persone rimangono affascinate dalla capacità di ruotare dei semi dell’albero di acero. Attualmente, un team di ricercatori olandesi e statunitensi ha fatto luce su questo mistero aerodinamico: come il ruotare dei semi fornisce un’ulteriore elevazione, permettendo loro di “volare” , su distanze maggiori, cadendo, al suolo, lentamente. I ricercatori dell’università di Wageningen nei Paesi Bassi e del California Istituite of Technology (Caltech) negli Stati Uniti hanno scoperto, che l’attività di rotazione dei semi di acero produce un vortice culminare, che si traduce, allora, in un tunnel orizzontale ruotante d’aria, lungo le ali.
La pressione dell’aria viene abbassata sulla superficie superiore del seme di acero, che guida il vento verso l’altro, per opporsi alla gravità e dare una spinta; il vortice raddoppia quest’ultima contro i semi che non girano. La capacità del vortice di magnificare la spinta si può paragonare al meccanismo usato dagli uccelli, dagli insetti e dai pipistrelli, quando sbattono le ali per librarsi in volo. Intorno a un tunnel del vento, per esaminare il flusso creato dai veri semi di acero, hanno usato del fumo, visualizzando, così, il flusso d’aria, rispetto ai semi in rotazione: “I semi di acero potrebbe rappresentare il design più fondamentale e semplice per un elicottero alimentare in miniatura, se si può abitare l’ala girevole con un micromotore,” ha spiegato il co-direttore dello studio, il professor David Lentink dell’università di Wageningen. Queste ipotesi testimoniano quanta genialità intrinseca esiste in natura…
La curatrice vede la performance “Seme” e la terra che la ospita al pari di un’esperienza uterina, laddove il liquido amniotico è la genialità degli artisti: ivi, il grembo è un ennesimo seme, in cui addivengono e il vagito e la più alta delle riflessioni estetiche, siano esse tele o opere scultoree, installazioni…
Tutto, lì, muta, sublimandosi in atto artistico propiziatorio e emozionale.
Nel mese di Dicembre verrà, inoltre, inaugurata la divulgazione del progetto Nebulae, nato da un'idea di Christian Palazzo: un pregevole catalogo, che raccoglie una selezione scelta di artisti contemporanei e che verrà fornito a numarose Fondazioni, musei e biblioteche.
La mostra sarà visibile dal 7 al 31 gennaio 2023
Inaugurazione 7 gennaio ore 17
Orario: 10,30 – 12,30 / 16,00 – 19,00
chiuso il lunedì
Commenti
Posta un commento