CAREZZE DELL'ANIMA a cura di Maria Marchese
a cura di Maria Marchese
Carezze |
Agostino Caligiuri sembra raddolcire le infinite combinazioni algoritmiche perché significhino una composizione, che involva e comunichi una sensazione quasi fisica: longilinei movimenti tonali digradano dolcemente gli uni addentro gli altri, creando una plastica euritmia dell'anima. Sceglie diastemi tonali appartenenti al linguaggio della terra, del piacere fisico, dell’energia, del connubio terra/cielo e altresì spazi tonali legati alla riflessione, alla veridicità di un boschivo inconscio…
Annichila allora, in maniera mirabile, la fondatezza ossimorica, legata alla natura dei colori, che sancisce il conflitto tra caldo e freddo.
Agostino Caligiuri |
L’autore poi ammorbidisce il senso del “limes” , destrutturando la certezza segnica e infondendo lirismo e pathos, attraverso il concretamento di flautati e intensi apici, che addivengono alla realtà del prosequio e del superno.
Lascia inoltre presagire il dinamismo e la continuità di una musicalità intrinseca e latente: il ciglio può coglierli in sottili respiri che, in alcuni punti dell’opera, appaiono vibranti e lumeggiati.
"L'anima è assetata di armonia, mentre la vita, invece, è disarmonica.
Con “CAREZZE DELL’ANIMA” , il digital artist ferrarese riesce a spegnere gli stati esistenziali, che conducono a verità sincopate e, conseguentemente, a fratture e isolamento per concretare un atto estetico che esprime un setoso e conciliante immaginario artistico.
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