"ESISTENZIA MISTERIOSA" MATTEO SARRO
a cura di Maria Marchese
La luna nueva.
Ella también la mira
desde otra puerta.
La luna nuova
anche lei la sta guardando
da un'altra porta
Non arriva dalla saggezza giapponese bensì dalla mirabile penna di J. L. Borges una sottile quanto profonda riflessione, allunata dallo scrittore argentino tra le brevi trame di un aiku: la novella visione muta con l'avvento di un'inedita luce e vivifica un inespresso ciglio sulla figura umana.
Lo scrittore argentino libera nei tre versi infatti la significanza del cambiamento individuale e sembra amarlo altresì attraverso una diversa soglia, affrontata, in "ESISTENZIA MISTERIOSA", da Matteo Sarro .
Matteo Sarro |
L'artista beneventano bacia con un soffio vivificatore la greve pietra, elevandola ad architettura umana, effige di un vivo e mutevole principio.
Nella rudezza materica, il giovane autore fa coesistere forze contrapposte, la cui intensità è tesa verso un'unione, che divelle "la pelle" per addivenire ad una equilibrata genesi.
L'alter come faccia ossimorica rappresenta quindi una necessaria condizione esistenziale per ritrovare se stessi; l'identità accade solo in virtù della presenza di un'apparentemente sincopata condizione iniziale, la cui maturazione gemma in crasi unica e indispensabile.
Matteo Sarro si dintingue così per il peculiare e intuitivo approccio all'esistenza e all'opera: in essa trasla una profonda visione personale dell'io.
Dalla terra e dal suo frutto afferra una manciata di farina per risolverla con sintetiche schiume, in un dinamismo alchemico, eloquente di tradizione e passato ma anche di attualità e proiezione futura.
L'orologio scandisce allora tempi diacronici anche perché questa mescolanza acquisisca una maturità effettiva.
Allo stesso modo, l'autore seduce punti cromatici carismatici, ad un immediato sguardo antonimi, e li sposa nel medesimo connubium dissertativo/esperienzale.
Questi contesti "avversi" originano l'interezza dell'io.
"Il possesso della conoscenza non uccide il senso di meraviglia e mistero. C'è sempre più mistero."
Un approccio così fortemente concettuale e sperimentale dovrebbe ammannire unicamente il desco della "ratio" ; accende, al contrario, sbalordimento e mistero.
Il costante rapporto con la riflessione diventa infatti il principale nutrimento di uno spazio recondito, che si chiarisce via via che l'artista apprende questo cammino.
Il disvelamento della propria personalità sorprende ogni volta.
In "ESISTENZIA MISTERIOSA" , una mirabile e candida pagina accoglie la presenza di un diadico sè: dentro il cauto digradare di plumbee velature coesiste e cresce una dualistica e speculare consapevolezza; l'io e il me si interfacciano nel medesimo vitreo riflesso e, in quello stesso istante erratico, liberano un triadico uno: l'esistenza misteriosa, per l'appunto.
Matteo Sarro serve una prima pietanza, imporporandone il sapore; ivi depone la passionalità, la viva carne e il terreo volto .
Ne dispone un'altra, colta nella sensatezza della pietas, quale cibo straordinario offerto con syn pathos (con intenso trasporto emotivo e estetico) e gratitudine, che prospera entro un verde e inconscio luco.
Molte fiabe iniziano con l'evento traumatico dell'entrata nel o in una foresta...
"cavalcava, cavalcava e non incontrava mai città. Era in un bosco folto, senza strade, che pareva non avesse mai fine... "
Calvino il palazzo delle scimmie
Il bosco acquisisce quindi un profondo significato simbolico, che coinvolge la verità della nostra psiche più recondita e, all'apparenza, straniera; in esso depone la passionalità, la speranzosa veste e l'atto divinatorio.
La speranza così diventa mater feconda.
L'atto compositivo si distacca quindi dalla finitezza della pura estetica formale, assumendo le inafferrabili fattezze del concreto pensiero.
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