"L'ARTE DELL'ARMONIA ARRIVA DALL'ORIENTE" AYA YUNOKI a cura di Maria Marchese
Maria Marchese poetessa, curatrice e critica d’arte comasca e Aya Yunoki |
“Non farmi male” e la risposta è “Agirò in modo da meritare la tua lode”.
Questa dicitura ama un'immagine di riflessologia plantare, espressa nel contesto della "mastaba" (sepolcro deputato a nobili e dignitari di corte) di Ankhmahor, soprannominata "la tomba dei medici" .
Il reperto archeologico è stato scoperto in Egitto, nella necropoli di Saqqara; essa è molto importante per la sua vastità (la più estesa dell’Egitto) e altresì per il fatto che vi sono rappresentate tutte le principali dinastie, dalla prima fino a quella tolemaica e persiana.
E’ quindi facilmente intuibile come, sin dagli albori, l’uomo abbia cercato, intorno a sé, ciò che potesse aiutarlo a lenire eventuali dolori e certamente, urtando un ostacolo, istintivamente abbia usato le proprie mani.
Nasce allora una gestualità ancestrale, che via via acquisisce una fondatezza reale...
Fu il dottore in medicina William Fitzgerald a pubblicare per primo nel 1917 un libro dal titolo “Terapia zonale, scandendo l'ufficialità dell'efficacia dell'esercizio di riflessologia.
Lo shiatsu(指圧 da shi = dito e atsu = pressione), diffuso in Giappone sin dal VI secolo, è una prassi manuale manipolatoria, che stimola un processo di autoguarigione in colui che ne diviene rispettoso rivelatore ("ukè" = colui che riceve con rispetto) .
Aya Yunoki porta in Italia quella sapienza, attinta, con le proprie mani, appropriandosi del dominio della sua terra d'origine: sposa allora l'atto fisico a pregnanze odorose di spazi, in cui la speculazione tocca corde sottili, sospese tra l'esperienza dei sensi e quella trascendentale.
L'operatrice olistica giapponese saluta, nel 2019, la professione italiana, svolta tra Trieste e Appiano Gentile, assolvendola attraverso la minuziosa pregevolezza della "cerimonia del te".
"Il cuore della cerimonia del tè consiste nel preparare una deliziosa tazza di tè; disporre... i fiori come se fossero in un giardino, proporre il freddo in estate e, viceversa, il caldo in inverno, preparare per la pioggia e dare ogni considerazione ai presenti... " .
Questo rituale, che concilia il lato umano e quello divino, diviene l'incipit di un modus vivendi, scandito dal ritmo promanato da principi quali armonia, rispetto, purezza e tranquillità.
La sinergia, che il dispensatore del tè stabilisce con l'ospite, ossia il riconoscimento fondamentale e vicendevole della necessaria presenza di entrambi, ammanta il diastema esistenziale occupato dall'operatrice olistica e dall'individuo, che le si affida.
Come nell'aiku vivente del rito del verde florilegio, la cura è il leitmotiv che ne muove sensatezza e risoluzione: la tazza più frugale è della porcellana più preziosa, il movimento del mescere si concilia con un lento e attento dialogo e, nel contempo, con l'ascolto; l'attenzione al dettaglio viene elevata a salvifico lenimento per il corpo e l'anima.
Il sostrato di una pratica naturale viene abbellato da un connubium di gesti, ogni volta difformi: l'alchimia che si crea tra questi ultimi e gli ospiti rende gli istanti effigie di una genesi umana unica, di volta in volta.
Aya Yunoki allora impone materialmente le mani sulle parti da trattare: nelle palme indova i propri equilibri, fisici e caratteriali, la conoscenza, l'esigenza di "fare" il bene dell'altro e essere grata a quest'ultimo perché, in virtù della sua presenza, lei "è e diviene" .
La riflessologa abbraccia la condizione della diade, raccolta da radici in cui l'interezza è fondamentale, e la trasla addentro il principio di triade per dirimerla alfine nel ricongiungimento all' "uno" .
La "povertà" , intesa come goccia semplice e essenziale, innaffia e nutre il valore assoluto dell'amore e della gratitudine.
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