"IL SUONO DEL COLORE" GLI ACQUERELLI DI DANIELE CARLETTI a cura di Maria Marchese
a cura di Maria Marchese
Il vaso vuoto è quello che rende il suono più ampio.
Daniele Carletti attinge il proprio pennello addentro l'assenza della materia, nel contesto di un bosso esperienziale lungamente maturato e allingnato alla sfera dell'intuizione primieva e personale, per indovarne le setole tra le righe di un pentagramma cromatico apolide e anticonformista.
Crea allora l'architettura di motivi sonori liberi e inusuali, che si liquefanno, sposando l'acqua, e si propagano come i cerchi, nati dopo aver lanciato un sasso in un contesto acqueo. Il ciglio dell'osservatore viene sedotto così in una sfera curiosa e conturbante.
Il Maestro Ferrarese attinge dalla memoria, dal quotidiano e dall'intimo la significanza per realizzare spazi segnici semplici: essi convergono nella condizione dell'anima.
Sposa quindi questi ultimi ai motivi tonali sopraffini da lui intuiti, riconducendo anch'essi al vaso vuoto, citato da Shakespeare: dal nulla prende vita "l'àrche" , un'origine.
Gli acqueuerelli dell'autore sorradono pieni interstizi estetici, psicologici e affettivi così da creare un legame scelto, sottile ma deciso con l'osservatore: esso viene coinvolto, di volta in volta, in un'inedita audacia artistica.
Da lì esperisce se stesso, di riflesso, naufragando nel "sale" di questa conoscenza sonoro/cromatica, che evolve in una pienezza artistica plastica e altresì in dissertazione.
"Così il pennello sta alle mie dita come l’archetto al violino, e assolutamente per mio piacere."
Daniele Carletti lumeggia, con questi acquerelli, l'inesauribile volontà e diletto che lo legano al desiderio di evolvere, stupirsi e stupire.
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