LA NOTTE DEL CONIGLIO BIANCO " MARIO PICCINNI a cura di Maria Marchese



       



La notte del coniglio bianco - Mario Piccinni
La notte del coniglio bianco - Mario Piccinni 


a cura di Maria Marchese

Nei suoi "Frammenti d'infinito", Mario Piccinni plagia, con le proprie mani, smalti e diluenti, creando un giogo ove si avvicendano spazi pieni e vertigini, levità e asprezze, nella sensatezza dell'azzurrità. 

Mario Piccinni Ruba oggi uno dei suoi frammenti per destinarlo a se stesso e ad Alice... 

Frammenti di infinito - Mario Piccinni

Normality is a paved road: it’s comfortable to walk, but no flowers grow on it.

La normalità è una strada asfaltata: è comoda per camminare, ma non vi crescono fiori.

Vincent van Gogh

Mario Piccinni compie un "salto quantico" e approda a "mirabilia", l'esperienza fantastica in cui sposa due fiori: innocenza e assurdo. 

Nell'assurdo è possibile ammannire un desco di ogni squisitezza per l'anima. 

L'autore di Morciano esprime su quella tavola, come un moderno aulete, la concretezza del sogno bambino, colta nel fluire inarrestabile del pensiero alternativo, e la promana col proprio soffio artistico. 

"Scappiamo Alice qui sono tutti normali" 

Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie

Mario Piccinni trasla, ne "La notte del coniglio bianco" , quella fuga necessaria, mostrandola come genesi di una nuova alba, in cui il nitore cela, però, una duplice realtà. 

L'artista vi carezza delicatamente l'apparenza di un volto sensuale e candido, rigato da una lacrima. 

Con delicati segni vi posa anche il fuggevole e inafferrabile senso del tempo, di bianco vestito. 

In quella goccia vi indova il desiderio nei confronti di una storia d'amore, che corre libera in un eterno sì; imprime anche l'ombra del tentativo di sopraffazione, da oarte dell'essere umano, nei confronti della "bianca ispirazione" . 

Lo scorrere del ialino rigo, sul volto della donna, dirime allora serenità e mestizia. 

Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie hanno ispirato molti artisti, tra cui il celebre Salvador Dalì e, nel 2013, l’artista giapponese Yoyogi Kusama. 

Negli anni '30, Dalì iniziò a realizzare delle tele la cui protagonista si chiamava Caroline. La rappresentava con il volto chino e una veste bianca… con fattezze quasi spettrali. La motivazione è che, all' età di 10 anni, apprese della morte per meningite di una nipote della sorella della nonna: ciò lo traumatizzò. Nel tempo il soggetto della tela evolve: l’autore la esprime, in ultimo, mentre salta alla corda.

Poi le cambia il nome: da Caroline a Alice. Alice diventa l’effige dell’innocenza bambina, dell’adolescenziale femminilità in un eterno Eden, meritevole unicamente di vivere leggerezza e gioia.

Mario Piccinni sembra voler rammemorare lo stato di Dalì, ammantando Alice con le vesti  Caroline. 


"Normality is a fine ideal for those who have no imagination"  

"La normalità è un ottimo ideale per coloro che non hanno immaginazione" 

Carl Gustav Jung

Yayoi Kusama invece si discosta totalmente dalla trama realizzata da Carrol e contraddistingue il suo libro con opere peculiari e oltremodo curiose, che ritraggono la sua vita. L'artista orientale vuole mostrare quanto un'immaginazione fuori dal comune l'abbia maturata come una nuova Alice. Due approcci diversi, quelli da me esposti, per sottolineare la fondamentale importanza dell'immaginazione. 

Con "La notte del coniglio bianco" , Mario Piccinni riserva una considerazione artistica particolare, che lo contraddistingue come artista originale, capace e oltremodo sensibile.

 

ΓΕΦΥΡΑ: tra passato e presente, collettiva a cura di Maria Marchese e Valeriano Venneri, Palazzo dei Rolli Gio Saluzzo, Genova

L'opera è stata esposta alla collettiva genovese ΓΕΦΥΡΑ: tra passato e presente il cui art director è stato Valeriano Venneri e la cui parte curatoriale è stata seguita da Loredana Trestin e Maria Marchese. 

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