"GRIGIO POLVERE" FLAVIA MANNUCCI a cura di Valeriano Venneri e Maria Marchese
a cura di Maria Marchese e Valeriano Venneri
"In un vortice di polvere
gli altri vedevan siccità,
a me ricordava
la gonna di Jenny
in un ballo di tanti anni fa."
Da "Il suonatore Jones" , Fabrizio De André
Genova, De André e "Grigio polvere" , dell'artista Flavia Mannucci: una consecutio naturale, che preserva "il seme della rinascita" . Il ponte crollato, drammaticamente, qualche tempo fa, nella terra di De André e un nebbioso velo che, come un sipario, cala sulle miserie umane, nei versi del cantante e sulla tela di Flavia Mannucci.
Eppure, tra i versi del cantautore genovese e, altresì, tra le fumose trame, create da Flavia Mannucci, gemma un ciglio diverso: esso abbraccia la giovinezza, indovata in una gonna, quella di Jenny, in una danza di tanti anni or sono e, medesimament, un poetare inedite pagine esistenziali.
L'autrice, colorista per eccellenza, assolve, nel grigio, la sensatezza del passaggio, del cambiamento e della speranza.
Flavia Mannucci trasla, addentro il plumbeo digradare, il palpito primo e poi il vagito di una nuova esistenza.
Attraverso delicate pennellate, l'artista aggredisce la tela: la attacca, carezzandovi i propri stati emotivi e affermandoli nell'intensità cromatica.
In "grigio polvere" , l'autrice annichila il senso della resa e della fine, depositando, nella forza del gesto, del segno e del colore, la condizione dell'attesa, prima della nascita, nonché della genesi; crea, così, un dinamismo, in cui l'istantantaneo pigmento acrilico ultima il momento, mentre questo, tra le forme e le pulsioni tonali, muta e si vivifica.
La sfera della catarsi inizia dall'alto: Flavia Mannucci, ivi, dà inizio al lavacro, gocciando grigio/nere lacrime .
La risoluzione, poi, accade, nel disvelarsi della tela: le ombre assumono la foggia di un globo umano, forse un grembo, nel quale l'autrice inostra la presenza della vita.
E ancora, gli aloni si avvicendano, tra un giocoso nitore, che rimanda all'idea di un volo di fogli esistenziali... inedite pagine da scrivere.
Ammiccano, tra questo canovaccio universale, afflati passionali, come lembi di fuoco.
"Esseri umani, vegetali, o polvere cosmica, tutti danziamo al ritmo di una musica misteriosa, suonata in lontananza da un pifferaio invisibile."
Flavia Mannucci realizza quel misterioso brano, nel quale ella stessa scopre via via la sua attitudine nei confronti di materia, segno e colore: lo fa in maniera intima e riservata come, del resto, è la sua personalità.
"L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni."
La pittrice rende onore a questa affermazione di Picasso: con la propria capace mano, dipana il silenzioso manto della disfatta, per donarle nuova voce.
L'opera era presente alla collettiva genevose ΓΕΦΥΡΑ:TRA PASSATO E PRESENTE, il cui art director è stato lo storico dell'arte Valeriano Venneri e la cui parte curatoriale è stata seguita da Loredana Trestin e Maria Marchese.
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