"SDEGNO E PENTIMENTO" ANG a cura di Maria Marchese
a cura di Maria Marchese
Sdegno e Pentimento - ANG |
"La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno per la realtà delle cose e il coraggio per cambiarle" (attribuito ad Agostino d'Ippona)
Angelo Augusto Montorio - ANG attinge dal genio di Michelangelo Buonarroti la sensatezza del legame madre figlio per inostrare la sensibilità di due mesti stati d'animo.
Dal "Giudizio universale " , l'autore "ruba" l'immagine della madre per dar voce allo sdegno; ella lo manifesta in maniera così intensa da abbracciare l'esistenza del figlio e indurlo a riflettere sulla propria condotta.
Addentro questa diade si dirime la consequenzialità di un'elaborazione emotivo/esistenziale foriera, poi, di una neonatale terra esperienziale.
Ma faccciamo un passo indietro...
La donna, il cui sguardo e contrito e rivolto verso il basso a causa del dolore cagionatole dai comportamenti del figlio, specchia se stessa in un nero lembo riflessivo; in esso ha inizio anche un atto di autoesame di coscienza per comprendere quale parte ella abbia avuto nella condotta da parte della prole.
Il figlio, invece, si copre parte del volto: dinnanzi a lui scorre un film esistenziale, a tratti, doloroso da sostenere.
Si toglie quella greve veste e l'autore riesce ad imprimere, col segno, la circospezione, l'amarezza e il timore rivolto anche verso se stesso.
Un eloquio artistico, quello espresso dall'autore, sospeso tra l'immediatezza e l'eternità; utilizza, infatti, altrenandoli, il pigmento oleoso e quello acrilico per scandire l'attimo e l'assoluto.
Asprezze e narrazione sono invece scandite dall'uso di spatola e pennello: la prima dirime acredine e violenza mentre il secondo l'histoire.
Come sempre Ang ferma sulla tela una sensatezza artistica atemporale e vi indova passato, presente e futuro.
Con il colore giallo, l'artista tacita gli errori commessi; esprime nell'azzurro, invece, la divinazione di un'evoluzione foriera di cambiamento.
"Tutti i sogni, le filosofie, i sistemi o le ideologie si infrangono contro il grottesco dello sviluppo stirico: le cose si svolgono senza pietà, in modo irreparabile; il falso, l'arbitrario, il fatale trionfano. È impossibile meditare sulla storia senza provare nei suoi confrinti una sorta di orrore. Il mio orrore su è convertito in teologia, al punto take da indurmi a credere che non si possa concepire la storia umana senza il peccato originale.
Emil CioranUn apolide metafisico
Nelle proprie opere Ang si trasla come apolide, crescendo, da sempre, il proprio percorso esperienziale e artistico nella dissolta terra dell'oltre confine.
"L’uomo che si pente sinceramente e confessa i propri errori è come un https://en.m.wikipedia.org/wiki/Yitzchok_Yaakov_Weiss. "
Nella parte sottostante alla donna, l'autore di Melzo realizza la significanza di una terra adimensionale, scevra da peccato: essa riluce di un incontaminato canto, il cui verso vibra non gravato del senso della sopraffazione. Quella terra diviene l'eden e la genesi nuova nonché l'utopia salvifica. Così sdegno e pentimento, risolti nell'ineffabile corpo dissertativo/pittorico da Angelo Augusto Montorio, gemmano in un neonatale e prezioso vagito.
L'opera è stata presente alla collettiva genovese ΓΕΦΥΡΑ: tra passato e presente , il cui art director è stato Valeriano Venneri e la cui parte curatoriale è stata seguita da Loredana Trestin e Maria Marchese
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