"PAESAGGIO" MARIO LANZIONE di Valeriano Venneri e Maria Marchese
a cura di Valeriano Venneri e Maria Marchese
Paesaggio - Mario Lanzione |
GIOCHI OGNI GIORNO CON LA LUCE DELL’UNIVERSO
Giochi ogni giorno con la luce dell’universo.
Sottile visitatrice, giungi nel fiore e nell’acqua.
Sei più di questa bianca testolina che stringo
come un grappolo tra le mie mani ogni giorno.
A nessuno rassomigli da che ti amo.
Lasciami stenderti tra le ghirlande gialle.
...
Tu sei qui. Ah tu non fuggi.
Tu mi risponderai fino all’ultimo grido.
Raggomitolati al mio fianco come se avessi paura.
Tuttavia qualche volta corse un’ombra strana nei tuoi occhi.
Ora, anche ora, piccola mi rechi caprifogli,
ed hai persino i seni profumati.
Mentre il vento triste galoppa uccidendo farfalle
io ti amo, e la mia gioia morde la tua bocca di susina.
Le mie parole piovvero su di te accarezzandoti.
Ho amato da tempo il tuo corpo di madreperla soleggiata.
Ti credo persino padrona dell’universo.
Ti porterò dalle montagne fiori allegri, copihues,
nocciole oscure, e ceste silvestri di baci.
Voglio fare con te
ciò che la primavera fa con i ciliegi.
Mario Lanzione |
L' approdo del Maestro ha un finale appassionante: intelletto e ragione, spiritualità e materia ci conducono ad una condizione di poesia e di stati eterei che sembrano dipinti dalle parole di Neruda.
Pablo Neruda |
Mario Lanzione si poeta nella lieve consecutio artistica paesaggio/artista/amore: il disvelamento concretato sulla tela coincide con la propria personalità assoluta che, a sua volta, coincide con l'amore, sbocciando in una diade. Egli egli indova quest'ultima nell'eterno istante di una femminea primavera e altresì di una voluttuosa estate.
Il Paesaggio- Passaggio viene scandito dall'impiego talentuoso dei colori, che ricordano orizzontalmente le stagioni e la loro ciclicità.
Il Maestro, infatti, annichila la figura perché siano forma e colore a sprigionare un eloquio animico, vibrando la loro levità attraverso velati palpiti cartacei.
Le carte veline creano infatti degli ambienti e delle atmosfere peculiari... esistenziali e spirituali.
Una calda estate e un'adolescenziale primavera si rivelano, allora, all'occhio dell'osservatore.
In esse, il nitore dell'innocenza esprime la presenza umana in movimento e la propria verticalità, intesa come equilibrio. Sono velati passi bianchi a parlarne; essi carezzano la tela lungo i lati.
La nuova alba fiorisce in un orizzonte che digrada dall'incertezza del cambiamento e del sonno per baciare rosse labbra appassionate, durante un soleggiato eterno istante che si posa su un prato odoroso di natura e veridicità.
Quello scemare cromatico fa da traghettatore dalle stagioni di riposo e riflessioni, come Lanzione considera l'autunno e l'inverno, per arrivare al compimento della ripresa con la deliziosa Primavera e con la lussureggiante estate.
Mario Lanzione vivifica se stesso addentro questo atto poetico/artistico, imprimendovi il proprio acume, la passionalità e la sempiterna giovinezza di chi ama senza riserva alcuna.
L'artista lo sussurra attraverso un giallo intenso, lo afferma inostrando altre trame e ancora lo rinnova in verdeggianti spazi esistenziali.
L' esplosione, al centro, di due colori decisivi e intensi come il giallo e il rosso ci proietta in una metamorfosi delle stagioni.
Il risveglio delle coscienze è altresì la spinta che Lanzione infonde alle nuove generazioni, scardinando barriere di conformismo e mediocrità. Emerge, indiscussa, un'intellettualità, nell'opera dell'artista campano.
L'apice, che il Maestro identifica con la primavera e con l'amore e Neruda con l'amore per questa donna/primavera, diviene un passo lungimirante, che lo stesso Lanzione definisce un ricordo futuro.
Sembra ,apparentemente, una contraddizioni in termini, ma la Primavera dall'artista beneventano viene considerata la tappa del risveglio, del riscatto, della resurrezione.
L' Astrattismo di Lanzione si veste di ingredienti classici quali le atmosfere, gli intervalli di colore.
L'opera di Mario Lanzione diventa uno spartito dove scrivere una melodia appassionante, fatta di intervalli colorati e da pause e silenzi ricavati dalle impalpabili carte.
Lui è il direttore d'orchestra che partecipa, da protagonista, alla realizzazione di questa partitura musicale.
Le sfere superne, in cui ci catapulta Lanzione, sono musiche celestiali ove veniamo inondati da paesaggi edenici, pieni di spiritualità.
“La vera arte non ha bisogno di proclami e si compie in silenzio.”
In questo rispettoso silenzio si compie l'eloquio di Mario Lanzione.
L'opera è presente tra gli elaborati artistici della collettiva genovese ΓΕΦΥΡΑ:TRA PASSATO E PRESENTE
il cui art director è lo storico dell'arte Valeriano Venneri e la cui parte curatoriale è stata seguita da Loredana Trestin e Maria Marchese.
Ringrazio Maria Marchese e il critico e storico dell'arte Valeriano Venneri per questa magnifica, approfondita lettura e interpretazione della mia opera “Paesaggio”. L’abbinamento con Pablo Neruda (uno dei miei poeti preferiti), fatto con grande sensibilità e competenza, mi onora e mi commuove.
RispondiElimina