"L'APPARENZA". DANIELE CARLETTI a cura di Maria Marchese



                             a cura di Maria Marchese



Daniele Carletti - L'apparenza
L'apparenza - Daniele Carletti 

Il vero artista più scende nella materia più esalta la spiritualità 

                                       Georges Braque

Il Maestro Ferrarese Daniele Carletti
Daniele Carletti - ph Sergio Castelli 

Daniele Carletti ferma, sulla tela, lo scorrere della sabbia addentro una clessidra atemporale: afferra quell'intuizione odorosa di terra e tempo, preservandone la libera energia intrinseca, e ne custodisce il naturale evolvere.


Asseconda poi la maturazione del contesto affinché quest'ultimo si concreti in uno spazio terragno/metafisico. 

Sposa alla tela una perspicacia cromatica, espressa tra le modulazioni

tonali dell'ocra e del marrone; essa concilia la sensatezza della mano dell'autore che plasma un atto primievo. "Chrós" , che in greco antico significa giallo, è una tinta che alligna la sublimità alla natura, derivando, per l'appunto, direttamente dalla terra naturale, in cui si mescolano ossido di ferro con varianti di sabbia ed argilla. 

Il termine concilia, infatti, i pigmenti estratti da terre rosse e formati da varietà terrose di limonite (ocra gialla) e ematite (ocra rossa).

Questo colore viene associato al concetto di forza e regalità, molto utilizzato nei tempi antichi da popolazioni come gli egizi per decorare monumenti sacri e tombe.Celebri inoltre i murales di Pompei, che possono vantare il colore ocra come sfondo delle opere.


Il marrone è uno dei colori che simbolicamente sono maggiormente associati al suolo e al radicamento; esso nasce dall'unione tra rosso, blu e giallo, manifestando, quindi, alcune caratteristiche di questi ultimi... Il marrone ci ricorda che occorre sensualità nella vita, ma anche emotività, equilibrio e bisogno di soddisfare i desideri terreni.  

Allora il Maestro Ferrarese ivi deposita, con la spatola, la significanza di un gesto icastico: da quest'ultimo si distacca, poi, per esplorarne la concretezza del disvelamento. 

Al suo ciglio appare, così, quel femmineo involto... 

La genesi di quest'ultimo si attua nella sfera del subconscio inesplorato: in quel luco esperienziale, che cela in sé i racconti del "diario di bordo" dell'autore, egli parte, si perde, ricerca, gioca e si ritrova. 

"Dipingere è un'azione di autiscoperta: ogni artista dipinge ciò che è"  (Pollock) 

Prende corpo quindi una dissolvenza ove coesistono decisione e delicatezza, sacro e profano, terra e aria... forze opposte che si bilanciano, frangendo il conflitto per addivenire all'equilibrio: allora appare dinnanzi allo sguardo dell'osservatore questo femminino sacro. 

Il busto diviene un calice ove le labbra attingono delle qualità più elevate della donna. 

Daniele Carletti - L'apparenza

Daniele Carletti dona, di sé, al fruitore quel pensiero amabile, intriso di piacere e levità. 

Volto di donna
Volto di donna, nel suo sonno
chiusa, sembra cullata
da qualche suono segreto
che tutta la riempie.
Dal suo corpo sonoro, addormentato,
ella trae la gioia
d´essere un tenero rumore
agli occhi del silenzio.

Il Maestro Ferrarese esprime il risveglio della donna, che Rilke recita in questa poesia, disegnandone la voce. 





 




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