"IL PONTE" - "VINCENZO NASUTO a cura di Valeriano Venneri e Maria Marchese
a cura di Valeriano Venneri
Il ponte - Vincenzo Nasuto |
Vincenzo Nasuto |
Tra i pregevoli e setosi intrecci è serbato lo scorrere di istanti storici, culturali e emozionali, personali e corali.
L'autore concreta sulla tela dapprima uno spazio esperienziale valendosi del gesso e attraverso quest'ultimo dirime solchi e rade, asprezze e soavità universali: crea così la dimensione sensoriale di una percorrenza umana.
Allora carezza questa terra con pregevoli e serici intrecci, addentro i quali serba lo scorrere di istanti storici, culturali e emozionali, personali e corali.
Attinge poi ad uno dei disegni tra i più spettacolari dell’intera produzione Leonardiana, effigiandolo come genesi della narrazione artistica: il carro da guerra diviene portavoce del genio di quest'ultimo.
«Posso costruire, poi, carri coperti, sicuri e inattaccabili, i quali col fuoco dei propri cannoni potranno penetrare tra i nemici senza che questi, per quanto numerosi, possano attaccarli. Dietro il carro potranno seguire le fanterie, in gran numero, illese e senza incontrare ostacoli...»
Questo scrive Leonardo da Vinci , in una lettera rivolta a Ludovico il Moro, nel 1492, presentandosi a corte e il progetto è volto maggiormente ad impressionare rispetto a disvelarne l'efficacia.
Il Maestro Fiorentino mira, infatti, ad occupare un ruolo a corte; più tardi definì egli stesso la guerra una “pazzia bestialissima” e, commentando i 2 carri in questione, scrisse che “spesso fecero non meno danni alli amici che alli nemici”.
In questa "ouverture" artistica, Vincenzo Nasuto indova la significanza dell'acume, dell'ironia, della saggezza e della contezza di sé.
Esse pregnano l'evoluzione tessutale del procedere temporale, conducendo l'osservatore ad un altro manufatto architettonico/ingegneristico: il ponte di Genova.
L'autore tra i serici versi poeta battaglie, momenti gloriosi, l'impeto passionale e i flutti dell'anima: bianco, blu e rosso illuminano, preservano e inostrano celate vicende storico/esistenziali.
Dal carro di Leonardo, simbolo di potenza, velocità e vittoria, Vincenzo Nasuto conduce l'osservatore, attraverso la sua preziosa veste metaforico/pittorica, ad un manufatto ingegneristico che effigia fallacità e disfatta.
Tra i due apici progettuali egli indova l'avanzare dei secoli e altresì l'essenza dell'istante: è quest'ultimo che sposa gloria e castigo.
Allora il nesso qual è?... Ci si chiede?
La mirabile pienezza dell'attimo.
"Nell'istante è contenuto il seme di tutta l'eternità" .
François de Sales , XVII sec
Nella fugacità dell'attimo coesistono la possibilità della fine e dell'inizio: l'intensità con cui si affronta quest'ultimo vivifica la gemmazione del futuro.
Il carpe diem... il cogliere l'attimo diventa un obbligo esistenziale ed etico.
Il passato insegna al presente leggi fisiche e morali che la società attuale, in molti frangenti, ignora.
Nasuto lavora le anime, le essenze e i suoi contorni vestendoli di preziosi tessuti che diventano sciarpe o Foulard d'autore.
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