CELESTE, I GIRASOLI DI VINCENT VAN GOGH E L’INVITO A PRESERVARE LA DIVERSITÀ, a cura di Maria Marchese
CELESTE,
I GIRASOLI DI VINCENT VAN GOGH
E L’INVITO A PRESERVARELA DIVERSITÀ
La piccola Celeste esprime un girasole… per Vincent van Gogh il giallo rimanda all'idea della felicità.
Celeste |
Ma il girasole, in sé, ci dice di più : il fiore invita a preservare il caos interiore poiché da esso nasce il cambiamento.
"I girasoli" |
Questo è uno dei quattro quadri, raffiguranti Girasoli, risalenti all’agosto e settembre del 1888, che Vincent van Gogh realizzò per decorare la stanza del pittore amico Paul Gauguin nella cosiddetta “casa gialla”.
I Girasoli è uno dei dipinti più popolari della National Gallery (Londra)ma è anche uno dei quadri di cui Van Gogh era più orgoglioso. Perché scelse di rappresentare proprio i girasoli? Il girasole, anticamente chiamato eliotropio (da ἥλιος “sole” e τρέπω “rivolgo”) poiché ha la tendenza a volgersi verso oriente, quando sorge il sole, e a seguirlo nel suo corso durante la notte. Il movimento ha origine da uno squilibrio. Siamo abituati a cercare un equilibrio, un equilibrio duraturo in grado di trasformarci e portare cambiamento e innovazione eppure i girasoli di Van Gogh sconvolgono i nostri piani, ci dicono che il moto viene dallo squilibrio, dalla diversità. |
Il passo per rotearci e muoverci viene dal caos dei gambi di girasoli. Quel caos interiore che ci porta, parafrasando Friedrich Nietzsche, a partorire una stella danzante. Così come il girasole segue il suo ciclo, noi dovremmo lasciarci roteare dal nostro ciclo emotivo del cambiamento. Dovremmo entrare in questo maestoso dinamismo e lasciarci trasportare dalla luce.
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